Su una delle cento riviste che sfoglio ogni settimana, questa volta ho pescato un articolo provocatorio sull’argomento matrimonio. Non
viene criticato il legame, quindi il senso profondo dell’unione, ma la modalità
di festeggiamento e tutto ciò che ne deriva. In effetti sono pochissimi quelli che non vedono le cerimonie come una vera
tortura a cui devono per forza partecipare. Già dal momento della ricezione
della partecipazione inizia un vero incubo. Ma perchè?
Ricordo che Enrico Brignano gli
aveva dedicato un simpatico sketch comico, dove i futuri invitati
archittettavano addirittura un finto litigio con gli sposi, pur di non
partecipare al loro evento nuziale.
Arriva questo cartoncino avorio a casa e iniziano già le
critiche.
Difatti nell’articolo il matrimonio viene definito “scomodo”.
Già, perché i futuri ospitano pensano:“Si sposano in un posto scomodo da
raggiungere, si va a mangiare in un posto ancora più lontano, mi faranno male i
piedi tutto il giorno, mi sentirò gonfia dopo il pranzo, non so cosa regalare e…
non so come vestirmi.”
Aldilà del fatto che è spesso è già difficile mettere d’accordo
4 amici per una semplice cena fuori, come possiamo pretendere che nessuno, ma
proprio nessuno, non avrà qualcosa da ridire? A questo punto entriamo nel
dettaglio.
Tra cento invitati sicuramente per qualcuno le location scelte saranno
distanti, è inevitabile. Potreste anche
organizzare il ricevimento a casa vostra, ma potreste anche sempre abitare a Honolulu.
Scarpe scomode, state tranquille, quest’anno
il tacco in voga è quello medio, non più vertiginoso, e poi è inutile ostinarsi
a indossare certi trampoli impossibili, e anche l’indecisione sul colore dell’outfit
è un po’ da sfatare, siamo nel 2014, esistono mille nuance e mille colori, è
mai possibile che riusciamo a fossilizzarci solo sui colori (il bianco e il
nero) che non possiamo indossare? Quasi come se durante il resto dell’anno il
nostro guardaroba fosse fornito solo di abiti di queste due tinte.
In fin dei conti questi due poveri sposi stanno cercando da
più di un anno di organizzare ogni piccolo particolare per rendere
indimenticabile quello che sarà il giorno più bello della loro vita, perché dobbiamo
per forza cercare il pelo nell’uovo?
Ogni evento sembra dover essere per forza più bello di quello precedente a cui
si è partecipato. Ogni evento è unico a sé
stesso e deve rispecchiare gli sposi, nient’altro.
E, se è vero che la location sarà scomoda, magari è perché gli
sposi hanno cercato per diverso tempo quella dove poter offrire il pranzo
migliore, senza dover sentire le lamentele sulle porzioni, sul tempo di
servizio, sull’aria condizionata non funzionante, sul giardino inesistente.
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